22 maggio 2014

Outlast: Whistleblower - Recensione

Se con il finale di Outlast vi siete sentiti in un primo momento liberi dall'opprimente senso di terrore e successivamente vogliosi di esserne ricatturati, in cerca di situazioni che possano realmente mettere alla prova il vostro sistema respiratorio e circolatorio, ecco che i ragazzi della piccola casa Red Barrels sono ritornati per l'occasione proponendoci un sostanzioso DLC, non in quanto a durata ma sicuramente a contenuti da cardiopalma.

Ci ritroviamo nuovamente a Mount Massive come ingegnere informatico presso i laboratori sotterranei della Murkoff Corporation. Il nostro nome è Waylon Park, personaggio fortemente infastidito dagli esperimenti inumani quali, la compagnia per la quale lavoriamo, sta portando avanti a discapito della vita o della sanità mentale di molti pazienti. La mossa più sbagliata che un dipendente di una delle società più occulte, riservate ed informaticamente protette possa fare, è servirsi di un portatile per stilare ed inviare la denuncia di tutti questi soprusi al giornalista MIles Upshur, niente meno che il precedente protagonista. Proprio così incominceremo la nostra nuova breve avventura in Wistleblower, mettendoci nei panni di un informatore destinato ad essere in poco tempo scoperto ed inviato sadicamente a subire trattamenti riservati, in teoria, esclusivamente ai malati mentali. L'itinere di questo DLC rivolta totalmente quanto percorso nel titolo madre: questa volta ci troveremo già all'interno del macro-plesso sanitario con l'unico obiettivo di fuggire, salvare la pelle e riabbracciare moglie e figli.

Gameplay che vince non si cambia, specialmente se si tratta di un downloadable content e di una meccanica di gioco necessariamente semplice ed intuitiva (basandosi il gioco principalmente su esplorazione e corsa immediata). Non faremo alcuna fatica perciò a riadattarci alla visuale in prima persona, al costante intervallare la videocamera a infrarossi alla nostra naturale vista, ed in maniera generale all'universo insano ricreato sempre intelligentemente. Salta all'occhio in questo prequel l'inserimento sfrenato e visivamente superiore delle sezione in penombra o addirittura al buio, rispetto ad Outlast, questo per voler rendere l'esperienza più viscerale in un lasso di tempo più corto. L'operazione riesce, e davvero bene! Come prima, anche in Whitleblower nulla è lasciato al caso, ed ogni dettaglio conferisce un climax, un escalation di ansia e preoccupazione davvero incisivi. Dopotutto comunque la raffinatezza degli spaventi viene a mancare nei frangenti più concitati, risultando più rozzi ma non per questo incapaci di farci balzare sulla sedia. L'atmosfera, come sempre egregiamente ricreata grazie anche all'eccellente supporto audio, viene caricata e sostanziata da maggiori elementi di disgusto, blasfemia e cruda violenza, scatenando talvolta un senso di repellenza ma allo stesso modo intrinsecamente di attrazione e fascino verso un lavoro tanto studiato. Apprezzabilissimi come sempre i documenti e le note che, o attraverso fascicoli o attraverso prese visioni con la nostra telecamera, reperiremo nel corso dell'affannosa fuga, spezzando solo in parte il ritmo del nostro irregolare battito cardiaco e dell'ansimare di Park. 
Whistleblower è un DLC di livello, che rende onore al titolo di appartenenza vista la sua fedele riproposizione di meccaniche di gioco e ambientazioni vincenti. Più che mai sconvolgente, questo prequel introduce nuove sessioni all'aperto, nuovi infernali pazienti, dalla meravigliosa caratterizzazione, che come unico scopo avranno quello di trucidarci orrendamente. Non ci faremo mancare oltretutto incontri con internati già conosciuti ma, dall'altro lato, riproposizioni di aree del manicomio già ampiamente visitate che, accentuando il senso di "già visto" in una espansione dalla longevità davvero esigua (purtroppo o per fortuna), potrebbero risultare dannose in questo senso. Considerato l'ottimo prezzo è consigliatissimo l'acquisto per chi è rimasto colpito precedentemente da Outlast ed ha ancora intenzione di rimanere incollato dal terrore sulle proprie postazioni di gioco.

VOTO: 8

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