6 agosto 2014

Strider - Recensione

Ultimamente i videogiocatori Playstation 4 raggiungono un più elevato livello di soddisfazione giocando ai titoli offerti su Playstation Plus, rispetto a quelli tripla A mai in dirittura di arrivo, anzi molto spesso rinviati per questioni di marketing. Sony rispetta la cadenza mensile dei suoi videogiochi digitali gratuiti, permettendo di mettere le mani su piccole perle di inventiva sviluppate da studi indipendenti, o su semplici remake, come in questo caso. Double Helix infatti impolpa la lista di luglio con il suo nuovo Strider, rifacimento di quel vecchio gioco anni 90' famoso per il suo livello elevato di difficoltà ed il suo gameplay improntato su meccaniche di combattimento ninja.

Poche chiacchiere, anzi nessuna. Hiryu è già pronto al massacro. Per l'appunto il gioco incomincerà sin dal primo istante nel catapultarci nel vivo dell'azione, ponendoci subito in conflitto aperto contro le armate di un malvagio Grand Master Meio, malvagio tiranno con l'unico intento di sottomettere ai suoi ideali di supremazia l'intero globo terrestre. Essenzialmente, grazie alle abilità sconfinate del nostro ninja e alla sua fame di giustizia nei confronti dei suoi compagni caduti, dovremo farci strada per Kazakh City fra orde di soldati super attrezzati e frequenti boss dai poter più svariati, con l'unico obiettivo di raggiungere Torre di Meio, scalarla, e porre fine al potere smisurato del nostro antagonista.
La trama, come è facile dedurre, risulta piuttosto blanda nel suo sostanziarsi. Scelta fatta tuttavia non a caso, in primo luogo poichè il combattimento risulta essere la guglia più vertiginosa e meglio curata dell'intera architettura del titolo, proprio come ci si aspetterebbe da un platform bidimensionale di qualche decina di anni fa.

L'azione, come già detto, sboccia al primo impugnare del Dualshock, con un Hiryu in grado di utilizzare la sua arma da taglio, il Cypher, inizialmente solo per scatenare attacchi base. Sarà perciò dovuto al conseguente procedimento nella storia, e alla nostra buona volontà di esplorare la mappa di gioco in cerca di potenziamenti, l'accrescimento dei poteri e delle tecniche da poter assegnare e delle quali poter far uso. Hiryu oltretutto è uno Strider, peculiarità che lo rende un temibile ed agilissimo combattente. Concatenazioni di salti, scivolate e colpi di lama si svilupperanno necessariamente senza quasi mai accorgersene, ritrovandoci a sfilettare in pochi colpi truppe ignare della nostra natura micidiale. La potenzialità del Cypher inoltre potrà essere alterata, assegnandone caratteristiche in grado di fondere i nemici o congelarli all'istante, e parare e rispedire al mittente i proiettili, grazie alle freccette direzionali. Al di sotto della nostra barra di salute si prolungherà anche una barra dedicata all'energia, requisito fondamentale del nostro ninja se intenzionato a scatenare i suoi devastanti attacchi speciali, gli Option: un falco infuocato che cala a picco sui nemici, una pantera che sbrana ogni sorta di nemico a terra, uno scudo che protegge da proiettili ed esplosioni. Dell'energia potremo farne ampio uso, per via non solo della sua auto rigenerazione repentina, ma data anche l'esigua quantità richiesta per ogni attacco od ogni lancio di Kunai. Il tutto non fa altro che gravare sul livello di difficoltà castrato e per questo poco competitivo, incapace di tenere testa al nostro smodato raptus hack 'n' slash grazie al quale stermineremo senza troppi problemi ogni sorta di militare. Se in un primo momento inoltre potrà risultare scoraggiante ed estremamente limitativo avere una barra della salute piena solo per un decimo, durante le successive ore di gioco sarete fin troppo facilitati in battaglia grazie all'ampliamento di quest'ultima, raggiunto in maniera troppo poco impegnata e per via solo di una nemmeno troppo accurata sessione di esplorazione di ogni livello. Per l'appunto la struttura dei livelli di Strider, per tipo di ambientazione mai troppo vari, si alterneranno in spazi aperti e al chiuso, nei quali poter ricercare con il supporto delle abilità fino a quel momento sbloccate e ai rampini in grado di farci appendere a qualsiasi superficie, ulteriori potenziamenti ed extra (come nuovi costumi o bozzetti). Tutto ciò favorisce sicuramente la rigiocabilità del titolo, senza però aumentare eccessivamente il fattore del divertimento una volta impegnatisi per una, massimo due run.
Dal punto di vista tecnico il remake non ha nulla da eccepire, con poligoni di Hiryu e nemici curati. Per quanto riguarda questi ultimi si riscontra purtroppo una inesistente varietà di caratterizzazione (a parte la ricolorazione di molti o la loro nuova forma insettoide), fatta eccezione per le frequenti boss fight che presentano sfidanti variegati specialmente nello stile di combattimento, seppur troppo semplici da eliminare dopo averne studiato le routine d'attacco. Il design labirintico di Kazakh City e dei bassifondi, ed un comparto di illuminazioni incentrato soprattutto sull'irraggiamento di luci al neon, conferisce dopotutto un ottimo senso di occlusione e claustrofobica pressione, per via della legge marziale che grava sugli abitanti e, per questo, la loro calcante situazione di reclusione e povertà forzata.
In definitiva Strider è un ottimo remake, curato soprattutto tecnicamente, con un gameplay divertente, frenetico e mai ripetitivo, che pecca tuttavia profondamente per la sua eccessiva facilità di padronanza, abbassando così i livello di sfida del gioco vertiginosamente ad ogni passo in avanti.
Consigliato per tutti coloro che amano i platform bidimensionali, che adorano i ninja e che non possono far a meno che accendere la loro Playstation 4, pur non avendo giochi da considerare importanti, con i quali potersi impegnare questa estate. L'ultima opera Double Helix è un passatempo piacevole, diretto, che vi colpirà, catturerà e lascerà tanto velocemente quanto un Kunai piantato in pieno petto.

VOTO: 7.5

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