30 giugno 2014

Tearaway - Recensione

Si dice che le idee sono nell'aria, e che basti avere giusto un pizzico di creatività per poterle osservare in tutta la loro geniale veridicità. Media Molecule con Little Big Planet sembrava averne dimostrata a sufficienza, ma noi comuni giocatori non immaginavamo assolutamente che il team di sviluppo in questione avesse nella manica, non altri assi, bensì aspirapolveri di immaginazione capaci di prosciugare l'aria dalle sue idee più originali e coinvolgenti. Siamo rimasti colpiti positivamente da questo agglomerato di fantastiche esperienze portatili, da quest'opera videoludica che sembra aver eguagliato, se non surclassato, quelle precedenti sviluppate dallo stesso team. Benvenuti a Tearaway

Il mondo è in pericolo, Vallecarta sembra non irradiare più gioia e colori. Le cartacce stanno popolando e razziando della felicità ogni angolo, ogni vertice cartaceo del piccolo cartoccio planetario, tappezzandolo di stampe di triste nero inchiostro. Tocca ad Atoi (o Iota nel caso sceglieste di impersonare un ragazzo) ristabilire la serenità, coniugandosi con un mondo sconosciuto che risiede proprio al centro del Sole. Il nostro mondo. Si perchè la telecamera frontale della nostra PSVita sarà sin da subito in funzione, con l'obiettivo di fissare sempre al centro della calda stella il nostro bel faccione, quasi fossimo una divinità raggiante. Proprio come un Dio infatti, sempre sfruttando le innumerevoli features della console portatile, avremo il mondo di Tearaway a portata di un tocco, in grado di assistere il piccolo personaggio nella sua epopea, nel suo viaggio di consegna di un messaggio sconosciuto al Tu, appunto noi. La semplicità di una trama così superficiale, prende vita e profondità all'istante in un mondo pieno di estro e creatività, nel quale nessuna azione sarà lasciata al caso, anzi ogni passo risulterà un'esperienza visiva senza confronti. 

Per addentrarci ancora di più nell'anima del gioco, per poterlo conoscere in maniera più approfondita, abbiamo bisogno di analizzare sopra ogni cosa il gameplay, fulcro costante di ogni singola opera Media Molecule. La chiave rivelatrice è il sistema di gioco con annesse tutte quelle originali aggiunte che rendono questo titolo un qualcosa di unico nel suo genere. In un habitat di carta nel quale tutte prende vita grazie anche solo ad una debole brezza, il nostro intervento incisivo attraverso le dita che spunteranno dal suolo (e che dovremo puntare sul touch pad al di sotto della console) non potrà che rivoluzionare totalmente il mondo di gioco, permettendo varianti di percorsi. Con il supporto delle falangi potremo penetrare ai piedi del piccolo messaggero, aiutandolo nello spostare zolle cartonate e sollevare tronchi d'albero perfettamente cilindrici. Attraverso il touch screen invece avremo modo di aprire nuovi scenari come fossero sipari di un teatro o srotolare lingue di carta, collosa o meno, sulle quali dover camminare o rotolare come una pallottola di carta da cestinare. Ovviamente le innovazioni non terminano qui! Il potenziale della PSVita è stato intelligentemente sfruttato in toto, ed ogni possibile metodologia di agire non è stata implementata con il solo scopo di dimostrare brevemente quanto questa sia fascinosa, ma al contrario dimostrare quanto questa sia realmente capace di conferire novità ad un gioco che ne conosca in precedenza ogni proprietà. La fotocamera esterna permetterà di colorare l'universo parallelo, adornato di origami, con i colori della nostra dimensione reale, mentre la fotocamera a disposizione di Atoi ci consentirà di dare un ulteriore tocco magico agli elementi privi di luce e tinte, completamente bianchi come un foglio da riempire con pastellosi tratti. Oltretutto le funzioni di coinvolgimento si spingeranno verso una levatura vertiginosa e perciò fortemente appagante: facendo uso di un tavolo di lavoro, avremo modo di selezionare fogli di cartoncino sopra i quali disegnare e poi ritagliare elementi che avremo voglia di applicare su personaggi e scenari di Tearaway, in completa libertà di sbizzarrirsi ed alimentare il nostro focolare di immaginazione.
Risulta tutto perfetto, tutto così meticolosamente studiato e allacciato, che avremo voglia di catapultarci nuovamente nell'universo della nostra bustina saltellante anche dopo aver concluso lo svolgimento della storia, discretamente longeva ma eccessivamente semplice, soprattutto nei primi frangenti. Nell'insieme la rigiocabilità allunga le ore d'esperienza, consentendo al giocatore di rincorrere quanti più coriandoli, pacchi regalo o "cose extra da fare", utili per l'ottenimento di trofei o nuovi adesivi da applicare sul personaggio principale, per buona parte interamente personalizzabile. Graficamente il gioco si attesta su grandi livelli, mostrandosi gradevole all'occhio nella sua varietà di palettatura cromatica di ogni capitolo. Come solito nelle opere del team di Guildford, la scelta delle composizioni musicali allieta l'orecchio con ritornelli che non potrete far a meno di canticchiare, anche a console spenta.
Tearaway è il titolo che denota quanto la console portatile di Sony possa esser ancora immensamente sfruttata per sfornare titoli di una cristallinità e purezza inaudita, semplicemente ricorrendo alla creatività dei team di sviluppo e alle features divertenti di quest'ultima. Seppur troppo semplice e discreto nella sua durata, non precludetevi una perla unica sotto ogni punto di vista, alla quale si perdonano certe cose considerando l'esperienza di gioco, il coinvolgimento ed il divertimento assoluto. Accedendo inoltre all'applicazione web di Tearaway.me, molte delle foto catturate in game saranno convertibili in fantastici origami, ricreabili personalmente con un po di pazienza.
Dannati Media Molecule che aspirano via certe idee che sarebbero potute spettare a noi!

VOTO: 9

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